Il Rinascimento

A partire dalla seconda metà del XIV° secolo si assistette, in Europa e in particolar modo in Italia (tra i centri rinascimentali più importanti ricordiamo Firenze, Milano, Ferrara, Mantova, Venezia), a un mutamento del clima politico, sociale e artistico-culturale che verrà indicato come il termine di Rinascimento.


Il Rinascimento, seppur configurandosi più come una galassia di tendenze culturali che come movimento organico vero e proprio, andrà a rappresentare una rottura con la tradizione medievale precedente. In particolare, si assisterà a una progressiva presa di coscienza dell'uomo che intenderà esercitare un certo dominio effettivo sulla sua vita e sulla natura, dopo i secoli medievali caratterizzati dalla preminenza del problema spirituale, dalla fede che voleva farsi guida etica, morale e "scientifica", guidare l'organizzazione temporale degli uomini e assoggettarla al destino del messaggio cristiano. Con il Rinascimento l'uomo ritornerà a pensare alla propria capacità di intervenire attivamente e autonomamente in tutti i campi dello scibile.

Sarà con l'Umanesimo, il quale andrà ad integrare il discorso rinascimentale, che i letterati e gli intellettuali del tempo tenteranno un ritorno al passato della classicità greca e romana, ma non in senso "conservatore", bensì nel senso della riscoperta di ciò che era stato fatto di buono dagli antichi, per capirlo nel modo più autentico e prenderlo a modello positivo per il rilancio della civiltà europea. Se nel medioevo alcune idee dell'antichità erano state riprese nella misura in cui servivano a rafforzare alcuni argomenti della teologia, con l'umanesimo rinascimentale si assiste a una ripresa dei temi classici in senso filologico, ovvero avendo cura di liberare i testi degli antichi dalle incrostazioni e dalle mistificazioni stratificate nel corso del millennio medievale, riscoprendo non solo la verità del messaggio originario del testo, ma anche la sua importanza storica e situata all'interno di una tradizione perlopiù dimenticata o distorta.
E' in questo clima che matureranno quei concetti che saranno alla base della moderna scienza sperimentale, proprio perché fu possibile, grazie al Rinascimento, quello spostamento dei valori dalla trascendenza dottrinale e dogmatica propria delle autorità ecclesiastiche, alla riscoperta della dimensione terrestre e mondana dell'uomo. In questo senso, si può parlare di una "laicizzazione" della società e delle scienze operata da questo vasto movimento culturale che vedrà attori uomini di scienza e filosofi, come teologi e artisti del tempo, tutti accomunati da un nuovo modo di pensare il rapporto dell'uomo con la natura e con la coscienza del mondo.